Runnin' with the devil. Van Halen by Noel E. Monk

Runnin' with the devil. Van Halen by Noel E. Monk

autore:Noel E. Monk [Monk, Noel E.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Castello
pubblicato: 2022-03-08T23:00:00+00:00


FECI TUTTO IL POSSIBILE per dimostrare alla band e alla Warner Bros. di essere all’altezza dell’incarico di manager; pensavo di compensare la mia mancanza d’esperienza con sforzo e diligenza ai massimi, indefesso. In effetti, non avevo mai lavorato tanto duramente in vita mia come in quel 1979, eppure ricordo quel periodo con enorme piacere. Stavamo girando il mondo in prima classe, un sold-out via l’altro (da 8000 persone a qualcosina in meno, in modo da garantire il minor numero possibile di posti vuoti nel le location) di fronte a fan adoranti. Per molti versi, non potevo credere alla fortuna che avevo avuto; dopo tanti anni di lavoro nel mondo della musica, lottando per guadagnarmi da vivere con gruppi che - quando andava bene - duravano qualche mese, qui avevo vinto il jackpot. Non c’era verso di rovinare tutto. Se questo significava lavorare 24 ore su 24, senza contratto a tempo indeterminato ma solo rinnovabile di trenta giorni in trenta giorni, lo avrei fatto comunque, senza problemi.

Da New York a Los Angeles, da Londra a Tokyo, si suonava e lavorava senza sosta, dando l’anima per settimane e mesi. La sensazione viva sulla pelle era che ogni città portasse con sé un’esperienza nuova e memorabile. A Tokyo, per esempio, restammo colpiti dal fatto che i fan se ne stavano abitualmente seduti per l’intera durata dello spettacolo. A quanto pare, alcuni anni prima, uno sfortunato incidente durante un concerto aveva provocato gravi lesioni a diversi spettatori: una barriera di sicurezza aveva ceduto e i ragazzi si erano lanciati sul palco. Di conseguenza, era stata emanata un’ordinanza che imponeva al pubblico di rimanere seduto durante tutti gli spettacoli da quel momento in poi. Non sono sicuro di quanto sia durata, ma sicuramente era in vigore quando i Van Halen si esibirono là nel 1979. Fu un concerto incredibile: la band che suonava vomitando persino le budella e i fan che urlavano in modo incontrollabile, rimanendo però incollati ai loro posti. E non era necessario uno squadrone di agenti di sicurezza armati di manganello per mantenere l’ordine. Il pubblico conosceva le regole e le rispettava, senza bisogno che si arrivasse alle maniere forti.

Il tour giapponese durò appena dieci giorni, intensissimi; tornammo poi negli USA a metà settembre per un ultimo giro nel Nord America, conclusosi in modo spettacolare con uno spettacolo da tutto esaurito al Forum di Inglewood. Per quei ragazzi di Pasadena, questo rappresentò il marchio definitivo del successo raggiunto: tornare a casa come headliner, nella più grande location al chiuso di Los Angeles, e spaccare il culo di fronte a centinaia d’amici, familiari e dirigenti della loro etichetta discografica. La degna conclusione perfetta di un anno di grande trasformazione.

A quel punto, i Van Halen erano delle superstar a tutti gli effetti e i membri del gruppo iniziarono a comportarsi di conseguenza e a spendere e spandere. Innanzitutto, il debito con la Warner Bros. dell’anno precedente fu interamente saldato, non poco. Poi i ragazzi si comprarono ogni genere di cianfrusaglie, grandi e piccole: nuove



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